Nel cuore del Collio, tra dolci colline e vigneti che respirano la brezza delle Alpi Giulie, qualcosa di straordinario sta accadendo. Un territorio celebre per la purezza dei suoi vini bianchi ha deciso di abbracciare ufficialmente una tradizione antica ma rivoluzionaria: il vino arancione. Questa decisione, approvata dal Consorzio Tutela Vini Collio, non è solo un riconoscimento formale, ma un tributo alla storia e all’identità di una terra che ha visto nascere la moderna rivoluzione del vino macerato. Seguici all’interno di questo articolo, perchè ti racconteremo la rivoluzione di questa nuova denominazione.
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Un Viaggio nel Tempo
Per anni, il vino arancione ha vissuto ai margini della produzione ufficiale, amato dagli intenditori ma privo di un riconoscimento formale. Ora, con l’approvazione del disciplinare, i produttori del Collio possono finalmente rivendicare con orgoglio questa parte della loro storia. La decisione non è stata presa alla leggera: il Consorzio ha lavorato per due anni coinvolgendo produttori, esperti e istituzioni per definire parametri chiari e garantire la qualità dei vini macerati. Oggi finalmente possiamo affermarlo: i vini arancioni esistono anche formalmente all’interno del disciplinare del Collio e questa è una grande vittoria per una categoria che affascina appassionati provenienti da ogni angolo del mondo.
Quali Requisiti di Produzione?
L’integrazione del vino arancione nel disciplinare del Collio porta con sé alcune novità intriganti. La macerazione dovrà durare almeno sette giorni, un tempo sufficiente per estrarre colore, aromi e struttura senza alterare l’eleganza tipica dei vini della zona. L’acidità volatile massima sarà allineata a quella dei vini rossi, riconoscendo così la loro complessità sensoriale. Ma la vera innovazione è l’adozione della scala Pantone per codificare il colore del vino, garantendo così una classificazione oggettiva e trasparente. Ecco qui sotto un’infografica che si pone l’ambizioso obiettivo di effettuare un’identikit visivo dell’orange wine del Collio, un prodotto riconosciuto a tutti gli effetti dato il suo inserimento all’interno del disciplinare friulano.
Il Collio Abbraccia il Cambiamento
Per chi non lo ha mai assaggiato, l’orange wine del Collio rappresenta un’esperienza sensoriale unica. I suoi profumi spaziano dalle note di albicocca secca e miele, a sentori di erbe aromatiche, spezie quali alloro, pepe nero e curcuma con accenni alla scorza d’arancia in via di evoluzione. Al palato è strutturato, complesso e persistente, con un tannino leggero che ricorda quello di un rosso delicato ma comunque sia pur sempre presente e ben integrato nella struttura. Non è un vino immediato, ma una scoperta che si svela lentamente, sorso dopo sorso e così è anche l’approccio dei consumatori nei confronti di questo vino, richiede del tempo per essere compreso a pieno.
Abbinamenti Perfetti
Dimentica i soliti abbinamenti: il vino “orange” apre nuove prospettive gastronomiche. Grazie alla sua struttura, si abbina meravigliosamente a piatti vegetariani come la zucca arrosto o i ceci speziati, parliamo di verdure di una certa persistenza e aromaticità. Se ci spostiamo verso i prodotti caseari, un pecorino affinato a lungo o un comtè potrebbero essere eccelsi con questo genero di vino, così come le carni bianche o addirittura la selvaggina. Se vuoi esplorare un abbinamento di estremo interesse, probabilmente il più intrigante in assoluto, dovresti affacciarti sulla cucina asiatica e optare per piatti a base di curry leggermente piccanti.