Locanda in Cannubi: il ristorante che preserva l’anima delle Langhe tra tradizione e famiglia.
Ci sono ristoranti che offrono una buona cucina e poi ci sono quelli che diventano un punto di riferimento, un’eredità che passa di generazione in generazione, mantenendo viva la tradizione con lo sguardo rivolto al futuro. Locanda in Cannubi è proprio questo: un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, dove l’anima della Langa si esprime attraverso piatti che raccontano storie di fatica, passione e innovazione. Il cuore di questo ristorante non è solo la sua cucina, ma le persone che lo hanno reso grande, una famiglia che ha dedicato la vita a costruire un’esperienza autentica, radicata e sempre in evoluzione.

Locanda in Cannubi, l’essenza culinaria delle Langhe
Le radici di un sogno: la famiglia Bertolini-Boggione
La storia della Locanda in Cannubi affonda le sue radici in una storia d’amore che inizia negli anni Sessanta ad Alba, quando Enrico Bertolini e Palmira Boggione si incontrano per la prima volta. Enrico, toscano di nascita e piemontese d’adozione, porta con sé la creatività tipica della sua terra d’origine, mentre Palmira, nata e cresciuta tra le colline delle Langhe, porta nel cuore e nelle mani l’autenticità di una tradizione culinaria fatta di ricette antiche, tramandate di generazione in generazione.
Nel 1971 aprono il Castello di Santa Vittoria, un ristorante che diventa ben presto una vera istituzione per la cucina piemontese. Il successo è straordinario: Enrico è un pioniere, tra i primi a portare la cucina delle Langhe fuori dai confini italiani, creando ponti gastronomici con il Nord Europa già dagli anni ’80. Palmira, invece, diventa il cuore pulsante della cucina, sempre presente, con le mani nella pasta fresca, tra ravioli e tajarin, accanto al marito in ogni sfida e avventura.
Negli anni, Enrico e Palmira diventano autentici custodi della tradizione gastronomica piemontese, lavorando instancabilmente per far conoscere e apprezzare l’essenza più vera e genuina della cucina langarola.

Enrico e Palmira, dove è iniziata questa storia meravigliosa.
Gianni Bertolini, il volto dell’ospitalità
Nel 1990 entra in scena il figlio Gianni Bertolini, portando una nuova energia e una visione moderna dell’ospitalità. Gianni capisce subito che il suo talento naturale non è in cucina, ma tra le persone, al centro della sala. Diventa così un maître straordinario, conosciuto e apprezzato in tutta la Langa per la sua capacità di far sentire ogni ospite speciale, come fosse a casa propria. È lui che oggi porta avanti la filosofia dei suoi genitori, trasformando ogni cena in un momento di condivisione autentica, capace di conquistare non solo il palato ma anche il cuore degli ospiti.
Nel 2012, con l’appoggio della famiglia Miroglio della Tenuta Carretta, Gianni e i suoi genitori aprono la Locanda in Cannubi, trasformando un’antica dimora settecentesca in un elegante ristorante sulla collina più prestigiosa di Barolo. Dopo la scomparsa di Enrico, Gianni assume il ruolo di guida e mentore per una nuova generazione di chef, mantenendo sempre vivo lo spirito di famiglia.

Gianni Bertolini, la mente geniale di Locanda in Cannubi
I giovani chef che portano avanti l’eredità
Samuele Bussini, Fabio Pungitore e Alex Olivero sono i tre giovani chef che oggi guidano la cucina della Locanda. Provenienti da esperienze diverse, uniscono la loro creatività alla solida eredità di Enrico, sotto lo sguardo vigile di Palmira, ancora in cucina ogni giorno a tirare la pasta fresca e preparare i Plin. Samuele, milanese di nascita, ha iniziato in cucina, ma oggi è il sommelier del ristorante, guidando gli ospiti nella scelta perfetta del vino. Fabio e Alex, entrambi piemontesi, mettono in campo la loro esperienza maturata nelle cucine delle Langhe e all’estero, portando innovazione e rispetto per la tradizione.

Un grande team alla base del successo della Locanda
La cucina: un racconto fatto a mano ogni giorno
Alla Locanda in Cannubi, tradizione e innovazione si intrecciano in un racconto avvincente e quotidiano. Palmira, autentica custode dei sapori antichi, ogni giorno prepara rigorosamente a mano gli agnolotti del plin, quei piccoli scrigni di pasta che racchiudono tutta la memoria delle Langhe. Accanto a lei, i giovani chef sperimentano con tecniche moderne, come la cottura sottovuoto a bassa temperatura, trasformando piatti iconici come il brasato in esperienze di morbidezza e intensità inedite, e la storica Bagna Cauda in una delicata spuma che conserva tutta la sua anima autentica.

Plin, rigorosamente fatti a mano ogni giorno da Palmira
Il Barolo, cuore liquido della Locanda
Alla Locanda in Cannubi il Barolo non è semplicemente un vino, ma il cuore e l’anima dell’intera esperienza gastronomica. Qui, il celebre Barolo Cannubi, prodotto con le uve coltivate direttamente sulle colline circostanti, diventa protagonista assoluto della tavola. Le degustazioni verticali permettono di esplorare ogni sfumatura e segreto di questo straordinario vino, un viaggio sensoriale tra profumi complessi, sentori di frutta matura, spezie, note balsamiche e una profondità unica. Ogni calice di Barolo Cannubi racconta una storia fatta di terra, sole, lavoro e tradizione, offrendo agli ospiti l’emozione irripetibile di gustare il territorio direttamente nel bicchiere, immersi in un panorama mozzafiato che sembra sospeso nel tempo.
Oltre la tavola: l’esperienza completa
Ciò che rende davvero speciale la Locanda è il senso di accoglienza, l’attenzione al dettaglio e la capacità di far sentire ogni ospite protagonista di un racconto più grande. Dalla produzione artigianale del pane, agli amuse-bouche gourmet, fino ai gelati salati che sorprendono e incantano, tutto è pensato per lasciare un ricordo indelebile.

Vista mozzafiato, Locanda in Cannubi
Scritto da…

Simone Ingrassia, sommelier AIS con un master sulla Borgogna, appassionato di tutto ciò che riguarda il cibo e il vino, trascorro gran parte del mio tempo studiando questo splendido mondo, frequentando ristoranti di ogni tipologia e aziende vitivinicole, riportando tutto ciò all’interno dell’ecosistema di @becomesomm, una community che conta oltre centomila appassionati nei vari canali di comunicazione.