Vulture

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GUIDA ALLE REGIONI VITIVINICOLE

Il Vulture, situato nella parte settentrionale della Basilicata, è una delle regioni vinicole più prestigiose del Sud Italia. La vitivinicoltura in questa zona affonda le radici in epoca antica, con testimonianze che risalgono ai tempi dei Greci e dei Romani. Negli ultimi decenni, il Vulture ha visto un rinnovato interesse, grazie alla riscoperta e valorizzazione dei suoi vitigni autoctoni, in particolare l’Aglianico del Vulture, che ha ottenuto riconoscimenti internazionali per la sua qualità e tipicità. Conosciuto soprattutto per i suoi vini rossi potenti e longevi, il Vulture offre anche una gamma di vini bianchi di carattere, ma è l’Aglianico del Vulture a rappresentare l’apice dell’enologia regionale, con la sua espressione ricca e complessa che ne fa uno dei più grandi vini d’Italia.

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Ripresa dall’alto del Monte Vulture!

Il terroir del Vulture è unico nel panorama vitivinicolo italiano, caratterizzato da suoli vulcanici che giocano un ruolo cruciale nella qualità dei vini della regione. Le colline del Vulture, che si innalzano fino a circa 600 metri sul livello del mare, godono di un’esposizione ottimale al sole e di una ventilazione costante che favorisce una maturazione ideale delle uve. Il clima della zona è tipicamente mediterraneo, con estati calde e secche, mitigate da una buona escursione termica, e inverni freddi e piovosi. Il terreno, ricco di ceneri vulcaniche, lapilli e pomici, è particolarmente adatto alla viticoltura, conferendo ai vini una mineralità spiccata e una struttura complessa. Questo terroir unico si traduce in vini di grande personalità, capaci di esprimere al meglio le caratteristiche del vitigno Aglianico, ma anche di altre varietà presenti nella zona.

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Vigneti nella zona del Vulture

Il Vulture è rinomato soprattutto per i suoi vini rossi, e in particolare per l’Aglianico del Vulture, che rappresenta l’eccellenza della viticoltura locale. Questo vitigno autoctono, conosciuto come “il Barolo del Sud” per la sua complessità e longevità, dà vita a vini di grande struttura e profondità. L’Aglianico del Vulture è prodotto in diverse tipologie, ma è nelle versioni più ambiziose e invecchiate che esprime tutto il suo potenziale:

Aglianico del Vulture DOC: Questo vino rappresenta la base della produzione del Vulture, con un carattere deciso e tannini robusti che si ammorbidiscono con il tempo. È un vino che può essere apprezzato anche da giovane, grazie alla sua freschezza e alla vivacità dei suoi aromi. Al naso, l’Aglianico del Vulture presenta un bouquet ricco e complesso, con note di frutti rossi maturi, spezie, e accenni di liquirizia e tabacco. In bocca, offre una struttura piena e tannini ben integrati, con un finale lungo e persistente.

Aglianico del Vulture Superiore DOCG: La versione superiore dell’Aglianico del Vulture è il fiore all’occhiello della regione, un vino che richiede un lungo invecchiamento per sviluppare appieno la sua complessità. Questo vino viene affinato per almeno tre anni, di cui uno in legno, acquisendo così una maggiore profondità e sfaccettatura. Al naso, l’Aglianico del Vulture Superiore rivela un profilo aromatico profondo, con note di prugna secca, amarena, cioccolato fondente, e sfumature di tabacco e cuoio. In bocca, è potente e strutturato, con tannini robusti ma ben equilibrati, e una straordinaria capacità di invecchiamento. È un vino che si presta ad abbinamenti con piatti ricchi e complessi, come carni rosse, selvaggina, e formaggi stagionati.

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Le note dominanti dell’Aglianico del Vulture

I vini bianchi del Vulture rappresentano una piccola ma significativa parte della produzione enologica della regione. Sebbene l’Aglianico sia il protagonista indiscusso, alcune varietà bianche trovano nel terroir vulcanico un’espressione interessante. Tra questi, troviamo il Greco, il Verdello, la Falanghina, che qui esibiscono un carattere fresco, dotato di piacevole mineralità e, tendenzialmente, con qualità che si fanno apprezzare nei primi anni di vita. Ultimamente, i produttori stanno scommettendo con eccelsi risultati sulle varietà internazionali – Chardonnay, Sauvignon e Müller Thurgau su tutti -, che, rispetto alle varietà italiane, si esprimono con maggiore aromaticità e potenziale evolutivo. Detto ciò, i vini bianchi del Vulture presentano un profilo aromatico floreale e fruttato, con note di frutta a polpa bianca come la mela e la pera, insieme a sentori di agrumi e fiori bianchi. Alcuni possono presentare accenni di erbe aromatiche e leggere note minerali, dovute alla natura vulcanica del suolo.

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I profumi tenui dei bianchi del Vulture

La produzione vinicola del Vulture è dominata dai vini rossi, che rappresentano circa l’80% della produzione totale, con l’Aglianico del Vulture in primo piano. I vini bianchi costituiscono circa il 20% della produzione, riflettendo la vocazione della regione per i vini rossi strutturati e di grande carattere. La quantità relativamente ridotta di vini bianchi prodotti non toglie nulla alla loro qualità, ma è nell’Aglianico che il Vulture trova la sua massima espressione, grazie a un terroir che permette a questo vitigno di raggiungere vette di eccellenza.

Il Vulture è la dimostrazione di come anche regioni meno celebri – come la Basilicata – godano di una notorietà incredibile e di spessore internazionale circa la produzione di vini di straordinaria qualità, prodotti capaci di competere con i grandi rossi delle regioni più famose. Il segreto di questo successo risiede nella combinazione di un terroir unico, una tradizione vitivinicola millenaria, e la capacità dei produttori locali di interpretare al meglio le potenzialità – in questo caso dell’Aglianico -, creando vini che sono veri e propri gioielli enologici. Con il Vulture, la Basilicata si afferma come una delle regioni più interessanti e promettenti nel panorama del vino italiano.

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